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San Casimiro, patrono della Lituania

San Casimiro, 1520 ca. San Casimiro, 1520 ca. 

Il Principe buono

Il nome “Casimiro” è di origine polacca e significa “grande nel comandare”. Di stirpe regale, nacque il 3 ottobre 1458 nel Castello di Cracovia dal Re di Polonia e granduca di Lituania Casimiro IV e da Elisabetta d’Asburgo che venne detta “la madre del re”, in quanto tutti – tranne Casimiro – ricevettero la corona regale. All’età di tredici anni fu designato re d’Ungheria, ma dopo il fallimento della campagna militare del 1471 contro Mattia Corvino, già riconosciuto re legittimo (dal 1458 al 1490) dovette ritirarsi. Scelse di condurre una vita ascetica, di penitenza e solitudine.

A contribuire a questa sensibilità interiore fu il precettore Jan Dlugosz, canonico, famoso storiografo e fine educatore, il quale riconoscerà in Casimiro grandi doti d’intelligenza e delicatezza d’animo. Seppur ritirato dal mondo, Casimiro non fece mai mancare il suo aiuto e i suoi consigli al padre nel governare la Polonia. Scrive un Autore suo contemporaneo: “Ogni giorno persuadeva il padre a praticare la giustizia nel governo del regno e dei popoli a lui sottomessi. E mai tralasciò di riprendere con umiltà quando qualcosa veniva trascurato”. Questo suo agire si traduceva anche nella sua stessa attenzione verso i poveri, tanto da suscitare ammirazione da parte del popolo:  “Volle sempre esser considerato fra i miti e i poveri di spirito, piuttosto che fra i nobili e i potenti di questo mondo… Per i poveri, gli orfani, le vedove… fu non solo protettore ma padre, figlio e fratello…”. S’interessò perché in Polonia e Lituania – suoi territori – non mancassero chiese e sacerdoti, lui che era particolarmente devoto all’Eucaristia e alla Vergine Maria.

La morte e la fama di santità

Ammalatosi di tisi, morì il 4 marzo 1484, all’età di 26 anni nel castello di Gardinas (Grodno) in Lituania. Il suo corpo fu successivamente trasferito in una cappella della Cattedrale di Vilna dove, nel 1636, fu dedicata a lui una nuova sontuosa cappella, nella quale riposano le sue reliquie. La fama di santità si diffuse ovunque, e da subito fu invocato protettore nelle battaglie e difensore della patria. La tomba fu meta di tanti pellegrinaggi a tal punto che già nel 1501 papa Alessandro VI concesse l’indulgenza a chi avesse visitato le spoglie mortali di Casimiro. La sua fama si diffuse così rapidamente che papa Leone X nel 1520 inviò un suo delegato pontificio – Zaccaria Ferreri – a Vilna a verificare quanto stava avvenendo. E trovate le dovute conferme, lo proclamò santo nello stesso anno.

Omni die

C’è chi attribuisce a Casimiro il Cantico mariano Omni die, anche perché nel maggio del 1604, aprendo il sepolcro del santo, si trovò in esso una pergamena con il testo della preghiera da lui trascritta. Dai dati storici, oggi sappiamo che il testo è stato composto nel XIII secolo da un monaco dell’Abbazia di Cluny (Francia) e precisamente da Bernardo di Morlio: ma se il monaco la compose, la diffusione della preghiera fu per merito di san Casimiro. Di seguito la sua traduzione in lingua italiana.

Ogni giorno anima mia
canta le lodi di Maria;
Venera le sue feste e la sua vita
così ricca di insegnamento.

Tutta bella, senza il segno
di una pur minima macchia,
fa’ che anch’io
possa lodarti puro e lieto.

F’a che sia casto e modesto,
dolce, buono, sobrio,
pio, leale, scaltro e semplice
ad un tempo.

Ricolmo nella mente
della saggezza donata da Dio,
anche il cuore e l’agire
sia pervaso della grazia divina.

Ascolta clemente la preghiera
di quelli che ora vedi:
Purifica i peccatori e rendili buoni
e degni del cielo.

Vergine Santa, guarda i pericoli
che continuamente ci tentano,
sostienici dunque, affinché
stiamo saldi e vigorosi.

Amen.