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2023.11.22 Copertina podcast "Pace in terra"

Ep. 1 - Medio Oriente


Nel primo episodio, alla vigilia dell'inizio dell'Avvento, andiamo in Terra Santa, insanguinata dal nuovo drammatico conflitto esploso con gli attacchi di Hamas del 7 ottobre seguiti dai bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza.

Giorgio Bernardelli, direttore di Asia News e esperto di Medio Oriente, ci aiuta a intravedere spiragli di luce, nell'orrore della guerra, guardandola con gli occhi di due ex-militari, uno palestinese e l'altro isreliano, impegnati nella ONG pacifista "Combatants for Peace". Jamil Al-Qassas - ex-combattente palestienese che ha perso madre, fratello e amici a causa del conflitto, ma ha scelto l’impegno pacifista - e Chen Alon che ha prestato servizio come ufficiale nell’esercito israeliano e ha poi fondato con altri militari israeliani il gruppo "Courage to Refuse", formato da ex ufficiali e soldati che si rifiutano di prestare servizio nei territori occupati.

Jamil ci diceva che davanti alle stragi di Hamas del 7 ottobre per la prima volta ha sentito che non era lui la vittima e con la stessa onestà intellettuale Chen ci ha detto che quando guarda a quei bambini a Gaza, sotto i bombardamenti, non può non pensare anche a sua figlia, non può non pensare che c'è un'umanità anche dall'altra parte. È il messaggio più rivoluzionario in un momento in cui in entrambe le società l'unico coro sembra essere quello: “Guardate quanto sono animali quelli che stanno dall'altra parte”. Vanno avanti dicendo: “Noi vogliamo cessere quelli che insieme ricostruiscono, provano a rimettere in piedi questo Paese, queste società destinate volenti o nolenti a vivere insieme".

Arriva proprio da Gerusalemme la riflessione di don Filippo Morlacchi, sacerdote fidei donum della Diocesi di Roma, convinto che, anche di fronte a questa nuova fiammata di odio e violenza reciproca, i cristiani abbiano il compito di seminare grazie e speranza tra quei popoli.

Bisogna dire purtroppo che la situazione è molto triste, non lascia moltissimo spazio alla speranza. Sia da una parte che dall'altra ci si è molto arroccati sulle proprie posizioni. Anche tra gli amici ebrei più moderati che conoscevo purtroppo c'è stato un transito verso posizioni più oltranziste e lo stesso anche da parte palestinese, la diffidenza nei confronti degli ebrei è più radicata, più aggressiva.

Certamente per costruire la pace ci vuole la giustizia. Ma per avere la giustizia quando il male si è così profondamente radicato ci vuole anche uno spazio per il perdono, per quella che, nella nostra fede, si chiama la grazia. Un'iniziativa  gratuita che va al di là del dovuto, al di là della ritorsione, al di là della giustizia riparatrice, ed è proprio un dono. Questo credo sia il messaggio della fede, ciò che viene dal Vangelo, quello che ci ha insegnato Gesù e di cui questa terra oggi credo abbia più bisogno che mai.

 

30 novembre 2023