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Rom e sinti per il Papa sono i più vulnerabili

Si celebra oggi la Giornata internazionale dei rom, sinti e camminanti. Ripercorriamo i pronunciamenti di Papa Francesco negli incontri che ha tenuto con il popolo gitano.

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Lavorare perché si abbattano i muri dell’indifferenza, del sospetto, dei preconcetti che sono alla base della discriminazione. Papa Francesco ha ripetuto più volte queste parole negli incontri con i rom, i sinti e i camminanti.

Si celebra in tutto il mondo il “Romano Dives”

Ogni 8 aprile si celebra la Giornata internazionale dei rom, sinti e camminanti perché nel 1971 venne celebrato il primo storico congresso mondiale del popolo gitano vicino Londra. Una riunione che vide insieme intellettuali e politici di origine Rom in rappresentanza di vari Paesi europei. Da allora tanta strada è stata fatta ma restano forti i pregiudizi contro questo popolo.

Gli zingari i più vulnerabili

Papa Francesco dall’inizio del suo magistero ha ricordato più volte che i rom sono “i più vulnerabili” e che si dovrebbe lavorare per “l’integrazione e la promozione della persona”. Nell’incontro con i partecipanti al pellegrinaggio del popolo gitano, il 26 ottobre 2015, a ricordo del 50.mo anniversario della storica visita di Papa Paolo VI al campo nomadi di Pomezia, il Pontefice ha evidenziato che i pregiudizi vanno sradicati, e che “nessuno si deve sentire isolato, nessuno è autorizzato a calpestare la dignità e i diritti degli altri”.

L’abbraccio del Papa ai nomadi di Pietralata

Un messaggio che Papa Francesco ha portato con la sua presenza e la sua vicinanza ai tanti nomadi, profughi sudamericani e ucraini che vivono all’interno del campo di Pietralata, a Roma. Una tappa che aveva preceduto la sua visita alla parrocchia di San Michele Arcangelo, l’8 febbraio 2015.

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08 aprile 2018, 09:05