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Parolin: Papa Francesco, Pontificato della gioia

Intervista con il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin: il Pontificato di Papa Francesco è caratterizzato dalla gioia, dalla misericordia e dalla missionarietà

Luca Collodi - Città del Vaticano

E' il più stretto collaboratore del Papa: il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Lo abbiamo incontrato in occasione dei cinque anni di Pontificato di Francesco, chiedendogli innanzitutto quali siano, a suo avviso, i tratti più salienti del suo Magistero:

R. - Sono già passati cinque anni; sono passati in maniera molto, molto rapida, al ritmo di tanti avvenimenti  lieti e tristi. Rimane vero il fatto che l’elezione di un Papa e il suo Ministero sono sempre un dono per la Chiesa e per l’umanità, la cui portata spirituale ed ecclesiale deve essere considerata, valutata, letta alla luce della fede e dell’azione della Provvidenza. Questo anniversario ci fa pensare un po’ tutti su quali sono i tratti caratteristici del Magistero e dell’azione di Papa Francesco. Pensandoci, mi è venuto un pensiero che nutrivo già da tempo: mi ha fatto impressione che tutti i documenti o perlomeno quelli di maggiore importanza - parlo dell’Evangelii gaudium, che è stato un po’ il documento programmatico del suo Pontificato, ma poi l’Amoris laetitia e anche, forse indirettamente, la Laudato sì’ - richiamano sempre alla gioia: Evangelii gaudim, Amoris laetitia, Laudato sì’, la lode che nasce dalla gioia da un animo pieno di letizia. E allora, forse, io vorrei dire che la caratteristica fondamentale di questo Pontificato è proprio la gioia, una gioia che non nasce evidentemente dalla spensieratezza,  ma dal fatto di sapersi amati dal Signore. Ecco, allora, l’altra direttrice del Pontificato: la misericordia, cioè un amore personale e totale che Dio ha per ciascuna delle sue creature e  dall’altra parte, la gioia di comunicare agli altri questa buona notizia del Vangelo; il fatto di annunciare di portare agli altri l’annuncio della salvezza di Gesù, diviene fonte di gioia per chi la riceve, ma anche per chi l’annuncia. È una gioia condivisa. Allora, la terza linea mi pare quella dell’evangelizzazione, quella della Chiesa in uscita che deve portare il Vangelo a tutte le creature. Mi pare che siano queste in poche parole, almeno per me, le caratteristiche fondamentali di questo Pontificato.

D. - Cardinale Parolin, con Papa Francesco si può parlare di una Chiesa in cammino in tutte le se componenti. Tuttavia, dentro e fuori il popolo di Dio, talvolta ci sono pareri contrastanti. Come si può rispondere alle critiche?

R. - Certamente una delle caratteristiche - anche un po’ per riprendere la prima domanda - del Pontificato di Papa Francesco è proprio questa dimensione di una Chiesa in uscita, una Chiesa in movimento, quindi l’invito pressante che il Papa ha fatto fin dall’inizio, quello di non rimanere fermi, quello di non appellarsi al principio “si è sempre fatto così” - e lo dice espressamente nell’Evangelii gaudium - per non fare nessun passo in avanti. Naturalmente sappiamo bene dove conduce questo cammino; questo cammino conduce ad una maggiore fedeltà della Chiesa alla sua natura di popolo di Dio e corpo di Cristo e ad una maggiore efficacia nella sua missione evangelizzatrice. Quindi, probabilmente, senza giudicare nessuno, proprio questa spinta, questo dinamismo che il Papa ha impresso e vuole imprimere alla Chiesa, può essere causa di giudizi diversi, contrastanti e a volte anche opposti. In un certo senso è normale, credo, il fatto che tutti i Pontificati sono stati sottoposti a critiche. Poi per quanto riguarda le critiche io distinguerei tra quelle che sono le critiche distruttive, aggressive, veramente cattive – usiamo questa parola – e quelle che sono invece le critiche costruttive. Ed allora probabilmente c’è un modo diverso di reagire e di rispondere a questi due tipi di critiche. Per quanto riguarda le critiche aggressive e distruttive, non resta altro che accettarle in cruce e considerarle come parte di quella corona di spine che tutti dobbiamo portare, soprattutto quelli che hanno responsabilità nella Chiesa e che quindi hanno anche un ruolo pubblico. Quindi non c’è niente da fare. Penso che non si potranno esaurire, ci saranno sempre. Per quanto riguarda le critiche costruttive credo che invece vadano tenute in conto perché possono aiutare, essere un aiuto ad un miglioramento, ad un perfezionamento anche del proprio servizio. Penso che le critiche costruttive siano quelle critiche che nascono da un atteggiamento fondamentalmente di amore e che hanno di mira la costruzione della comunione nella Chiesa. Mi pare che questo sia un criterio fondamentale; hanno di mira la comunione nella Chiesa e vogliono aiutare anche il Papa ad un migliore esercizio del suo Magistero e del suo Ministero a favore di tutta la Chiesa.

D. - Cardinale Parolin, qual è il suo augurio a Papa Francesco?

R. - Credo che l’augurio che gli fanno tante persone, sia dentro la Chiesa che fuori, tante persone che guardano a Papa Francesco come a una figura importante e  significativa nel mondo contemporaneo, sia questo: l’augurio che il Signore gli dia vita, salute, forza, coraggio per continuare a guidare la Chiesa. Allora concludiamo con le parole dell’antica preghiera: “Deus conservet eum et vivificet eum” – “Lo conservi e gli dia sempre forza e vigore”. Facciamo tutti gli auguri al Santo Padre. Ad multos annos, Santo Padre!

Ascolta l'ntervista al card. Parolin sui cinque anni di Papa Francesco

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13 marzo 2018, 09:18