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Giovanni Paolo I venerabile: Francesco ha firmato il decreto

Dell'umiltà di Papa Luciani parlano sia mons. Andrich, suo conterraneo, sia la vicepostulatrice Stefania Falasca

di Giada Aquilino

Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare, tra gli altri, il decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio Giovanni Paolo I. Ieri infatti ha ricevuto il prefetto del dicastero vaticano, il cardinale Angelo Amato. Albino Luciani, nato il 17 ottobre 1912 a Forno di Canale, oggi Canale d’Agordo, fu eletto al soglio pontificio il 26 agosto 1978. Successe a Paolo VI per un pontificato di poco più di 30 giorni: morì infatti il 28 settembre nel Palazzo Apostolico in Vaticano.

Per la gente della sua terra, in Veneto, Giovanni Paolo I “è già Santo”, racconta il compaesano mons. Giuseppe Andrich, vescovo emerito di Belluno, che ben conosceva Albino Luciani: per la “sensibilità di questi paesi di montagna”, spiega il presule, il decreto approvato da Papa Francesco è “un momento molto importante, perché indica anche che non c’è un ritardo per Luciani: si inscrive nei tempi osservati per altri Pontefici, che sono arrivati alla Beatificazione e poi alla Canonizzazione”.

Ascolta e scarica l'intervista a mons. Andrich

Mons. Andrich ricorda di Albino Luciani “la sua straordinaria capacità di ascoltare, di rapportarsi con le persone, con la realtà familiare”. Subito dopo il conclave, aggiunge, “una delle espressioni che più persone mi hanno citato era questa: “Mi pare impossibile di essere conosciuta e seguita con affetto da don Albino, che è diventato Papa”.

La chiamata al Vangelo, la fede, l’essere vicino agli uomini, la sollecitudine per i poveri significavano per Giovanni Paolo I “mostrarsi uomo umile, servizievole, semplice e - sottolinea il vescovo emerito di Belluno - capace di stare a lungo in preghiera”, ma anche “andare all’essenziale” e “non tergiversare con incertezze o diplomazie”. “Non stacchiamoci dalla roccia”, amava ripetere ‘don Albino’: “la roccia - spiega mons. Andrich - era “l’appartenenza alla Chiesa, l’obbedienza al Papa e a chi guidava le comunità e la Chiesa stessa”.

Proprio “l’umiltà” di Papa Luciani è messa in risalto anche dalla vicepostulatrice della causa di Canonizzazione di Giovanni Paolo I, Stefania Falasca. La giornalista di ‘Avvenire’, autrice del libro “Cronaca di una morte”, parla di “una umiltà vissuta e radicata” nell’esistenza di Albino Luciani: un’autenticità “di vissuto cristiano” e “di vita sacerdotale”, perché - aggiunge - “Luciani è un prete, è un modello di prete”.

Il dossier che raccoglie le prove per la dimostrazione dell’eroicità delle virtù e della fama di santità comprende anche la testimonianza del Papa emerito Benedetto XVI, che conosceva Luciani. Anch’egli ne ha sottolineato l’umiltà, evidenzia Stefania Falasca che in tale lavoro affianca il postulatore, il cardinale Beniamino Stella: la sua testimonianza risulta “un unicum nella storia delle Canonizzazioni” perché le dichiarazioni sono state possibili solo dopo la sua rinuncia; “il Papa infatti - spiega in conclusione - è giudice in ultima istanza e non può certo essere un testimone”.

Ascolta e scarica l'intervista a Stefania Falasca

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09 novembre 2017, 13:56