Il Patriarca Béchara Rai parla con il Papa: il Libano rischia di perdere la propria identità
di Adriana Masotti
Forte preoccupazione per l’identità stessa, politica e culturale del suo Paese, il Libano, è stata espressa al Papa dal Patriarca di Antiochia dei Maroniti (Libano), il cardinale Béchara Boutros Raï. L'occasione è stata l’udienza che Francesco ha avuto in Vaticano lunedì scorso, 9 ottobre, con tutti i Patriarchi e gli Arcivescovi maggiori delle Chiese Orientali Cattoliche. Il Papa aveva voluto introdurre con questo incontro l’Assemblea plenaria della Congregazione per le Chiese Orientali che si è conclusa ieri a Roma, nella ricorrenza del centenario dell’istituzione del Dicastero.
"Sono felice di essere con voi, Padri e Capi delle Chiese Orientali Cattoliche, per condividere gioie e dolori dei fedeli affidati alle vostre cure pastorali", aveva detto loro il Papa. Nell’intervista di Helene Destombes, il Patriarca Béchara Boutros Raï, racconta quali sono stati i temi da lui trattati con Francesco:
"Durante questo incontro io ho ringraziato il Papa per le sue posizioni a favore della pace, della cessazione della guerra e dei rifugiati. Però ho anche detto al Santo Padre che è necessario che la sua voce, insieme a quella di tutta la Santa Sede, siano ascoltate in maniera sempre più forte al fine di giungere alla fine della guerra e a far tornare i rifugiati, perché è un loro diritto – in qualità di cittadini – rientrare in patria, e preservare la propria identità culturale e civile. Poi ho anche accennato al grande pericolo che corre attualmente il Libano, perché quest’ultimo subisce, a livello politico, il grande conflitto in corso in Medio Oriente tra Stati sunniti e sciiti, conflitto che influisce su tutte le decisioni nazionali. Però il grande pericolo che abbiamo di fronte è che abbiamo ricevuto un milione e 700mila rifugiati siriani, che si aggiungono al mezzo milione di palestinesi: dunque più della metà della popolazione del Libano. Umanamente, siamo solidali con loro. Tuttavia, questo costituisce, a lungo andare, un grande pericolo che minaccia il Libano. Quindi è necessario che la guerra finisca, che la pace si stabilisca e che queste persone possano tornare nella loro patria.
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