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I martiri della persecuzione religiosa che saranno beatificati a Siviglia il 18 novembre I martiri della persecuzione religiosa che saranno beatificati a Siviglia il 18 novembre 

L’unica colpa essere cristiani, a Siviglia beatificazione di 20 martiri della persecuzione religiosa

Il sacerdote e parroco Manuel González-Serna Rodríguez, dieci sacerdoti, nove laici e un seminarista martiri saranno elevati agli onori degli altari domani, sabato 18 novembre, in una celebrazione in cattedrale presieduta dal cardinale Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi

di Nicola Gori

Nessuno ebbe un regolare processo e fu per lo più imprigionato prima della morte violenta per “odio della fede”; molti di loro pregavano, si incoraggiavano a vicenda, si confessavano ed esprimevano parole di perdono per i loro carnefici. Il sacerdote e parroco Manuel González-Serna Rodríguez guida l’elenco dei dieci sacerdoti, nove laici e un seminarista martiri che, sabato mattina, 18 novembre, nella cattedrale di Siviglia, il cardinale Marcello Semeraro beatifica, in rappresentanza di Papa Francesco.

Tra loro, oltre ai preti, c’erano una sacrestana di 68 anni, un fattorino e sacrestano, un avvocato, un farmacista, un falegname, un impiegato di banca, un impiegato comunale, due proprietari terrieri. Sebbene siano stati uccisi nell’arcidiocesi di Siviglia, ce n’erano alcuni provenienti da Huelva, Cadice e Granada. Il più giovane, di 19 anni, era il seminarista Enrique Palacios Monrabá. È l’unico seminarista tra i nuovi martiri. Dopo aver terminato il primo anno di studi di Teologia, stava tornando a casa per le vacanze alla fine di giugno del 1936 quando fu arrestato e ucciso insieme al padre, Manuel Palacios Rodríguez, anch’egli martire, nella prigione di Cazalla de la Sierra il 5 agosto 1936. Aveva sei fratelli, rimasti orfani.

La maggior parte di loro apparteneva all’Adorazione notturna, all’Azione Cattolica o era impegnata nel tentativo di impedire che venissero commessi atti di violenza nelle chiese o durante la celebrazione della messa, come nel caso di Manuel Luque Ramos di Siviglia.

Manuel González-Serna Rodríguez era nato a Siviglia il 13 maggio 1880. Fu battezzato il 15 successivo nella chiesa parrocchiale di Tutti i Santi della capitale andalusa.

Compì gli studi per l’istruzione secondaria presso l’istituto provinciale di Siviglia. In seguito, all’età di 14 anni, entrò come studente esterno nel seminario dove completò gli studi di Filosofia e Teologia, per i quali ottenne il baccellierato e, nel 1900, la licenza. Durante la permanenza in seminario fu membro della congregazione di Maria Immacolata e di San Giovanni Berchmans (di cui fu segretario), appartenenza che lo portò, tra l’altro, a visitare i malati, a partecipare alle attività catechistiche e alla propaganda sulla stampa cattolica.

Ricevette l’ordinazione sacerdotale il 20 settembre 1902, all’età di 22 anni. Dopo un periodo intermedio a Isla Cristina (Huelva), tra il 1909 e il 1911 fu nominato rettore di San Antonio Abad de Trigueros — dove fondò l’Adorazione notturna e mantenne una scuola serale per adulti — incarico che affiancò a quello di arciprete reggente di Huelva. Nel 1910 ottenne l’incarico di curato della parrocchia di Nostra Signora dell’Incarnazione a Costantina (Siviglia), che assunse il 30 ottobre 1911 e dove rimase fino alla morte per martirio, avvenuta il 23 luglio 1936.

La sua attività parrocchiale a Costantina, unita dal novembre 1913 a quella di arciprete di Cazalla, fu molto intensa: lavori nella chiesa parrocchiale e nel santuario del santo patrono; riparazione delle campane; realizzazione del Foglio parrocchiale di Costantina, a volte pagato di tasca propria; istituzione dell’Azione Cattolica; partecipazione a vari congressi e assemblee cattoliche nazionali, promozione delle scuole cattoliche e della catechesi; rivitalizzazione delle confraternite. E soprattutto uno zelo particolare nell’adempimento rigoroso delle sue responsabilità di parroco e arciprete.

Don González-Serna subì a Costantina l’applicazione della legislazione laicista repubblicana degli anni Trenta che, come in tutto il Paese, bloccava l’insegnamento della religione, proibiva manifestazioni, riti cattolici pubblici, come in occasione di funerali, e simboli religiosi negli spazi pubblici. Questa intransigenza, radicalizzatasi nel 1936, si scatenò dopo l’insurrezione militare del 18 luglio, quando tutti gli edifici religiosi furono distrutti, soprattutto la chiesa parrocchiale, e i loro arredi bruciati.

La notte del 19 luglio don González-Serna fu arrestato e portato in prigione, dove lo interrogarono, gli spararono per intimidirlo, lo maltrattarono e umiliarono. Il 23 luglio, quando fu portato nella chiesa parrocchiale, venne sottoposto a ogni tipo di insulto nella piazza affollata. Una volta dentro, venne condotto in sacrestia dove fu ucciso con due colpi di pistola.

La seconda martire della città di Costantina era una pia donna di 68 anni, impegnata nella parrocchia come sacrestana. Fu assassinata poche ore dopo nello stesso luogo del parroco González-Serna. Una volta martirizzati, entrambi i corpi furono profanati e lasciati per strada finché, il giorno dopo, un camion li portò al cimitero.

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17 novembre 2023, 17:00