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Pranzo in comune in Yemen, uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia Pranzo in comune in Yemen, uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia 

World Food Day: in 800 milioni soffrono la fame a causa di guerre, Covid e clima

Si celebra oggi la Giornata mondiale dell'alimentazione, quest'anno sul "Non lasciare nessuno indietro". Afghanistan, Yemen e Sahel le zone più critiche, in un contesto aggravato dallo shock dei mercati dovuto al conflitto in Ucraina. Oltre 13 milioni i bambini a rischio malnutrizione. Caritas: dobbiamo cambiare il modo di produrre cibo

Michele Raviart - Città del Vaticano

Le persone che soffrono di fame nel pianeta sono 800 milioni. Vivono in un’incertezza drammatica, come l’ha definita il direttore della Fao Qu Dongyu. Un numero che è in aumento e per questo bisogna agire subito e “non lasciare nessuno indietro, come ricorda il tema della Giornata mondiale dell’alimentazione che si celebra oggi in tutto il mondo. A tal fine, come ha ribadito Papa Francesco nel suo messaggio alla Fao per l'occasione, occorrono “una migliore produzione, una migliore alimentazione, un ambiente migliore e una vita migliore per tutti”, oltre alla necessità di introdurre anche "‘la categoria dell'amore’ nel linguaggio della cooperazione internazionale, per rivestire le relazioni internazionali di umanità e solidarietà, perseguendo il bene comune”.

Gli effetti delle guerre, della pandemia e dei cambiamenti climatici

“Questa Giornata mondiale dell’alimentazione”, ha ricordato anche Aloysius John, segretario generale di Caritas Internationalis, “è segnata dalla guerra in Ucraina, che ha contribuito alla sconvolgimento dei mercati alimentari ed energetici globali, con un’impennata dei prezzi del cibo e del carburante che porrà milioni di persone a rischio di fame in tutto il mondo”. Ad aggravare il contesto pure le conseguenze sociali della pandemia di coronavirus e i cambiamenti climatici.

Oltre 14 milioni di bambini a rischio malnutrizione

Afghanistan, Siria, Yemen, Sud Sudan e Corno d’Africa vivono in condizioni assimilabili alla carestia e rimangono le aree in cui la situazione è più grave. Etiopia, Kenya e Somalia, in particolare, vedono 21 milioni di persone ad alti livelli di insicurezza alimentare. Particolarmente a rischio, ricorda poi l’ong Save The Children, la situazione globale dei bambini. In un contesto in cui in media ogni anno nel mondo muore di fame un milione di bambini, sono in 13,6 milioni al di sotto dei cinque anni ad essere in pericolo di vita a causa di malnutrizione acuta e grave, si legge nel comunicato per la giornata di oggi. Cinquantanove milioni quelli che rischiano di essere gravemente malnutriti entro la fine del 2022.

Uscire dalla logica del profitto nel settore dell'alimentazione

“È un paradosso che - ribadisce Aloysius John - nel nostro opulento mondo globalizzato, quattro persone su dieci non possono permettersi un’alimentazione salutare”. “L’attuale grave crisi alimentare - spiega - non può essere affrontata esclusivamente attraverso l’agricoltura industriale. Dobbiamo uscire dalla logica dell’efficienza e della massimizzazione dei profitti nel sistema alimentare e concentrarci, invece, sul sostegno ai sistemi alimentari locali, che, grazie a sementi diversificate, hanno la capacità di migliorare la sicurezza alimentare e nutrizionale”.

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16 ottobre 2022, 09:00