Italia, elezioni. I vescovi: è tempo di scelte coraggiose e organiche
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
Non un incoraggiamento ad andare avanti nonostante tutto, ma un invito a “osare con speranza”. L’appello alle donne e agli uomini italiani firmato dal Consiglio permanente della Cei, riunito a Matera dal 20 al 22 settembre e diffuso oggi dall’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali in vista delle elezioni politiche di domenica prossima, non nasconde la preoccupazione per la situazione attuale, ma esorta a recuperare la speranza e il realismo cristiano di fronte alle crisi della guerra, della pandemia, dell’ambiente, delle imprese, dell’aumento dei costi. Non si tratta di un vago ottimismo: la certezza – si legge – è “il Vangelo di Gesù” che “continua ad essere la Buona Notizia per tutti”.
Protagonisti del futuro
Da qui l’invito: “Impegnamoci tutti per non cedere al pessimismo e alla rabbia” ed essere protagonisti e non spettatori del futuro. “Amiamo il nostro Paese”: “la Chiesa continuerà a indicare, con severità se occorre, il bene comune e non l'interesse personale, la difesa dei diritti inviolabili della persona e della comunità”.
Bene comune
Agli elettori i vescovi ricordano che il voto “è un diritto e un dovere da esercitare con consapevolezza”. L’invito a “fare discernimento fra le diverse proposte politiche alla luce del bene comune”, liberi da tornaconti personali e attenti a costruire una società più giusta, ospitale che riparta dagli ultimi, senza lasciare indietro nessuno. “C’è urgenza di visioni ampie” e di “nutrire un’educazione al bello, al vero e al giusto”; “c’è bisogno di comunità, da costruire ricostruire in Italia e in Europa con uno sguardio aperto al mondo”.
Fiducia e contributo di tutti
Un pensiero speciale va ai giovani che per la prima volta si recheranno alle urne. L’appello è ad aver fiducia. “Il vostro impegno per la cura del Creato è un esempio per tutti. Vedere che i giovani si pongono dalla parte di chi vuole affrontare e risolvere i problemi è un segno che fa ben sperare”. I vescovi italiani si rivolgono quindi a chi la fiducia nelle istituzioni, l’ha persa e lo esortano a “non far prevalere la delusione “, perché il contributo di tutti è importante e la “partecipazione democratica è amore per il nostro Paese”.
Ripartire dai luoghi di vita
Alta è la responsabilità di cui saranno investiti i futuri eletti, rimarca l’episcopato italiano, ricordando che “il loro servizio è per tutti, in particolare per chi è più fragile e per chi non ha modo di far sentire la sua voce. Fitta l’agenda del Paese e tante le sfide: povertà in aumento, inverno demografico, protezione degli anziani, divari tra i territori, transizione ecologica e crisi energetica, difesa dei posti di lavoro, accoglienza e integrazione dei migranti, superamento delle lungaggini burocratiche, riforme. “È il tempo di scelte coraggiose e organiche”, scrivono i vescovi con l’invito a ripartire dai luoghi di vita e riproporre i principi della dottrina sociale della Chiesa: dignità delle persone, bene comune, solidarietà e sussidiarietà”.
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