Mali, rapiti tre italiani e un cittadino del Togo
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Nel caos di un Paese devastato da un’insurrezione islamista, uomini armati hanno rapito una coppia di italiani residenti in Mali e il loro figlio di circa 50 anni. Dal vicino Senegal, il portavoce della chiesa dei Testimoni di Geova alla quale la famiglia sembra appartenga, ha dichiarato che la coppia non si trovava a Koutiala - dove è avvenuto il sequestro - per conto del movimento religioso. Il Ministero degli Affari Esteri italiano ha confermato il rapimento in un comunicato affermando che l'Unità di crisi sta facendo ogni sforzo, in coordinamento con gli organi statali competenti, per trovare una soluzione positiva al caso". Con i tre italiani – hanno riferito i media locali – anche un cittadino del Togo.
Nove anni di violenza
Dal 2012 il Mali è attraversato dagli attacchi dei gruppi jihadisti, e di milizie e banditi che si autodefiniscono formazioni di autodifesa. Le violenze, iniziate nel nord del Paese africano, si sono allargate al vicino Burkina Faso e al Niger causando migliaia di morti - soprattutto civili - e centinaia di migliaia di sfollati.
Il caso Dubois e la liberazione di suor Gloria
Dopo un anno è ancora nelle mani del principale Gruppo di supporto per l'Islam, Olivier Dubois - giornalista francese che vive e lavora in Mali dal 2015. Era stato lui stesso ad annunciare di essere stato sequestrato in un video trasmesso sui social network il 5 maggio 2021. Lungo quattro anni, invece, il calvario di suor Gloria Narváez Argoti, rapita in Mali nel 2017 da un gruppo di uomini armati, e liberata nel 2021. Molte le affinità i con l'esperenza di padre Maccalli: due situazioni simili nella drammaticità del sequestro, diventate poi esperienza profonda di fede.
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