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Venezia con i canali a secco Venezia con i canali a secco  

Giornata mondiale zone umide, in Europa scomparse il 90%

La tutela di questi ecosistemi si celebra ogni 2 febbraio, in occasione dell'anniversario dell'adozione della convenzione di Ramsar firmata nel 1971

Marco Guerra – Città del Vaticano

“Le zone umide per un futuro sostenibile delle città”, è il tema scelto per la Giornata Mondiale delle Zone umide 2018 istituita dalle Nazioni Unite nel 1997 per  aumentare la consapevolezza sul valore di questi particolari ecosistemi in cui terra e acqua convivono in un equilibrio tanto fragile quanto prezioso per tutto il pianeta.

Numerose iniziative si svolgono oggi in tutto il mondo proprio per far conoscere l’importanza del ruolo svolto dalle zone umide urbane per attenuare l’impatto delle città sull’ambiente come sancito dall’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo Sostenibile.

Funzione fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema

Tra le funzioni svolte dalle aree umide si annovera infatti il raffreddamento dell’aria dei centri urbani e l’assorbimento dello smog prodotto dalle attività dell’uomo. Del ruolo giocato da questi ambienti naturali ha parlato ai nostri microfoni anche il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi, sottolineando che “la loro importanza sta nel fatto che sono zone di transizione tra il mare e il continente e dunque sono quelle che permettono all’entroterra di vivere tranquillo, protetto dai venti di mare, protetto dagli altri agenti erosivi, e al mare di ripascersi continuamente: la spiaggia, per esempio, prende origine proprio da un equilibrio tra quello che c’è sott’acqua e la duna, che in genere protegge queste stesse zone umide”.

Un apporto fondamentale che, spiega ancora Tozzi, non si limita alle zone costiere, poiché le questi habitat  “permetterebbero ai continenti di essere resilienti, cioè di resistere – ad esempio – al cambiamento climatico, alle tempeste, alla risalita del livello del mare”.

Zone umide minacciate dalla pressione delle città

Le aree umide sono però anche le più esposte alla pressione antropica e ai cambianti climatici che le stanno progressivamente prosciugando. Gli esperti concordano nel considerarle gli ecosistemi più a rischio del pianeta, solo in Europa ne sono scomparse il 90% solo nell'ultimo secolo.

“Siccome la maggior parte delle persone al mondo vive lungo le coste e vive in zone urbane – sostiene Tozzi – è evidente che le città hanno rubato lo spazio che un tempo sarebbe dovuto appartenere, appunto, a queste zone umide: paludi, laghi salmastri”. Dunque il geologo esorta a conservare questi ambienti come un bene prezioso dove oggi resistono. “Peraltro – aggiunge - dove c’è la zona umida integra, con le sue dune, per esempio, sei più resistente anche contro le tempeste e contro i maremoti …”.

In termini di servizi ambientali, hanno calcolato in oltre 23,3 miliardi di dollari l'anno il valore legato al ruolo delle zone umide nella protezione dagli  uragani lungo le coste statunitensi. Fra i pochi esempi positivi di integrazione tra tessuto urbano e zone umide, Tozzi indica la città di Cagliari “cresciuta attorno ai suoi laghi salmastri, dove arrivano i fenicotteri”, tuttavia “il rischio è sempre incombente, cioè: stiamo loro troppo addosso; ci vorrebbero zone-cuscinetto per proteggerle”.

Ascolta l'intervista al geologo Tozzi

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02 febbraio 2018, 14:06