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Il luogo dell'attacco alla sede di Save the Children Il luogo dell'attacco alla sede di Save the Children 

Afghanistan: attacco a Save the Children, almeno 6 morti e 24 feriti

Durato oltre dieci ore l’attacco lanciato da un commando dello Stato Islamico contro la sede della Ong a Jalalabad. Uccisi tre membri dello staff. Fonti ufficiali parlano anche di cinque miliziani uccisi

Marco Guerra – Città del Vaticano

Orrore e sgomento in tutta la comunità internazionale per l’attacco terroristico di questa mattina, in Afghanistan, contro gli uffici di Save the Children nella città di Jalalabad, al confine con il Pakistan. Il bilancio, provvisorio, parla di 6 morti – tra cui tre membri dello staff afghano dell'organizzazione e un soldato - e 24 feriti.  La rivendicazione è del sedicente Stato Islamico, che sostiene di aver condotto un assalto contro “fondazioni britanniche e svedesi”, in riferimento forse ad un'altra organizzazione presente nell'edificio di cui al momento non si sa nulla. In contemporanea, i talebani afghani hanno sostenuto di non avere alcuna responsabilità nell’azione contro la Ong.

Terminato l'assalto

Le truppe speciali afghane, dopo dieci ore, hanno messo fine all'assalto, liberando i 45 membri dello staff tenuti in ostaggio nella sezione di Jalalabad City di Save The Children. Fonti ufficiali parlano anche di cinque miliziani uccisi. Tutto è iniziato alle nove del mattino (le 4,30 in Italia),  quando un attentatore suicida si è fatto esplodere davanti al cancello dell'organizzazione non governativa, subito dopo l’attacco a colpi di arma da fuoco da parte di un commando.

Save The Children sospende operazioni

Save the Children ha temporaneamente sospeso tutte le sue operazioni e chiuso tutti gli uffici in Afghanistan dopo l'attacco dell'Is. In una nota l’Ong ha dichiarato di essere “devastata dalla notizia”  e spiega che “la principale preoccupazione riguarda l'incolumità e la sicurezza del nostro staff”. Save the Children lavora in Afghanistan dal 1976 in 16 delle 34 provincie del Paese e realizza progetti per la protezione dell’infanzia che al momento raggiungono oltre 700.000 bambini. Ferma la condanna espressa anche dall'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini e dai commissari per le crisi umanitarie e allo Sviluppo, Christos Stylianides e Neven Mimica, che in una nota parlano di “grave violazione del diritto internazionale umanitario". Sull'attacco Alessandro Guarasci ha intervistato l'esperto dell'area Marco Lombardi, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore

Ascolta l'intervista a Marco Lombardi

 

 

 

 

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24 gennaio 2018, 10:37