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Militari a Kinshasa Militari a Kinshasa 

Congo, "La nostra tristezza è vedere rinascere le tensioni"

L'intervista a don Donatien Nshole, segretario generale della Conferenza episcopale della Repubblica Democratica del Congo, dopo gli attacchi in diverse chiese a Kinshasa da parte della polizia locale.

Marina Tomarro – Città del Vaticano

Ancora tensioni in Repubblica Democratica del Congo. Forze di sicurezza sono entrate oggi in diverse chiese di Kinshasa, lanciando in aria gas lacrimogeni e costringendo in alcuni casi i celebranti ad interrompere i riti. Ancora non del tutto chiara la dinamica dell’accaduto ma secondo la stampa internazionale l’intervento dei militari potrebbe essere ricondotto alle marce pacifiche che si dovevano svolgere in questi giorni, ad un anno dagli accordi di San Silvestro che prevedevano elezioni alla fine di questo anno. Secondo fonti di stampa, i militari avrebbero arrestato pure dodici chierichetti.

 

Ancora tensioni

“Andare a ferire sia la libertà di culto, sia quella di manifestare - ha spiegato don Donatien Nshole, segretario generale della Conferenza episcopale della Repubblica Democratica del Congo (Cenco) - è molto grave, in un Paese che vuole essere democratico. Ed è triste constatare che, dopo un anno di lavoro per creare una situazione pacifica, tutta questa tensione non sia stata evitata”.  L'intervista a don Nshole è di Marie Duhamel:

R. – Secondo le informazioni in nostro possesso, in alcune parrocchie la polizia è stata presente alla Vigilia, in due parrocchie la polizia c’era questa mattina all’alba e hanno impedito lo svolgimento della Messa. Questo è un grave attentato alla libertà di culto. In alcune parrocchie, dopo una trattativa, la polizia ha autorizzato lo svolgimento della Messa, mentre in altre parrocchie la polizia ha detto che la Messa sarebbe stata un problema … dove però la Messa c’è stata, dopo la Messa c’è stato qualcuno che ha provato a organizzare una marcia [per la pace], ma questa è stata dispersa velocemente con l’uso di gas lacrimogeni. Mi è stato segnalato il caso di una parrocchia in cui di fronte all’esitazione dei sacerdoti nell’affrontare la polizia, ci sono stati degli sciacalli che hanno tentato di saccheggiare la curia – sembra sia successo a San Mattia, ma non è verificato. Sono stati arrestati alcuni sacerdoti in quelle parrocchie dove si era organizzata la marcia; alcuni sono stati liberati, mentre per altri non sappiamo ancora se sono stati liberati.

D. – Immaginiamo che i fedeli, i loro pastori, i vescovi siano sotto shock per l’aggressione di questa mattina …

R. – Per forza: l’attentato alla libertà di culto è una cosa molto grave in un Paese che vuole definirsi democratico; l’attentato alla libertà di manifestazione risulta incomprensibile in uno Stato democratico …

D. – Un anno fa è stato firmato l’Accordo di San Silvestro. Lei vede negli avvenimenti di questa mattina un tentativo da parte delle autorità di rimettere in discussione l’insieme di questi Accordi?

R. – La nostra tristezza è vedere, un anno dopo il grande lavoro che è stato fatto e con la soluzione a portata di mano, rinascere le tensioni che si sarebbero dovute evitare. A sentire le autorità, l’intenzione sarebbe quella di organizzare le elezioni per il 2018; credo che i manifestanti non vogliamo sentire tanto che le elezioni si svolgeranno nel 2018, ma piuttosto essere rassicurati sul fatto che le elezioni si svolgeranno.

D. – Qual è oggi il suo messaggio ai cattolici di Kinshasa?

R. – Ai cattolici di Kinshasa, ma a tutti i cattolici di tutto il Congo, raccomandiamo di rimanere saldi nella fede, di continuare a mantenere un atteggiamento pacifico, di continuare a reclamare i loro diritti secondo la Costituzione, che si mostrino per i veri uomini di fede e di speranza che sono.

 

 

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31 dicembre 2017, 14:56