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Libro "La persona. Il volto della trascendenza" Libro "La persona. Il volto della trascendenza"  

Se l’abbandono delle radici in Cielo porta alla decadenza dell'"umano"

Don Massimo Serretti ha curato il volume “La persona. Il volto della trascendenza”, edito da Cantagalli. Un insieme di saggi di vari autori che riflettono sul legame fra antropologia e personologia

Debora Donnini - Città del Vaticano

Numerose le sfide che oggi vive la riflessione sull’uomo: dal transumanesimo all’uso dell’intelligenza artificiale fino al rapporto fra libero arbitrio e neuroscienze. Di fronte alla realtà odierna, il libro “La persona. Il volto della trascendenza” - pubblicato di recente ed edito da Cantagalli - intende inquadrare la questione antropologica, cioè la riflessione sull’uomo, in relazione alla personologia, il pensiero sul mistero della persona stessa. Lo spiega don Massimo Serretti, curatore del testo e autore di due capitoli in esso contenuti, nonché professore di antropologia teologica all’Università “Carlo Bo” di Urbino e autore di diverse pubblicazioni. Il testo raccoglie diversi saggi che si richiamano al pensiero di Romano Guardini, di Edith Stein, di Henri de Lubac. Gli apporti vengono da studiosi come Jacques Servais, Christof Betschart e Paul Ludwig Landsberg, solo per citare alcuni nomi.

Personologia e antropologia

Personologia e antropologia non si possono disgiungere spiega nell’intervista a Radio Vaticana - Vatican News don Serretti. “Molti problemi del pensiero moderno sono legati al fatto che o non si raggiunge il mistero della persona perché non si tiene presente il mistero di Dio, oppure, al fatto che si vuole affermare una personologia staccata dall’antropologia, che però così diventa astratta”.

Ascolta l'intervista integrale a don Massimo Serretti:

La storia della personologia

In merito alle “vicende” della personologia nella storia del pensiero occidentale, don Massimo Serretti spiega l’importanza del Concilio di Caledonia del V secolo e di Boezio perché quando si parla di persona si cita la sua definizione di persona. Poi però si perde questo suo apporto fino alla fine del I Millennio. All’inizio del II Millennio viene ripreso Boezio per i suoi opuscoli teologici. Dopo il XIII secolo la questione della persona scompare, spiega ancora don Serretti. “Tutti i testi dell’umanesimo sull’eccellenza e sulla dignità dell’essere umano, non parlano di persona”. Il pensiero moderno diventa un pensiero sulla natura dell’uomo: la coscienza, la volontà, l’intelligenza. E di conseguenza si sviluppa un’etica, una filosofia della scienza e della coscienza, mentre l’essere persona dell’uomo scompare.

L’apporto dei grandi pensatori del ‘900

La ripresa della riflessione sulla persona nel ‘900, parte proprio dall’affermazione che “le radici dell’essere persona dell’uomo sono in Dio”. “È impossibile affermare che l’uomo è persona se non a partire dal Cielo, dall’Alto”, sottolinea ancora il curatore del libro, citando una serie di autori fra i quali Romano Guardini, Edith Stein, Karol Wojtyła, così come anche pensatori di altre confessioni cristiane.

L’abbandono di questo riferimento alle radici in Cielo dell’essere persona dell’uomo - nota don Serretti - comporta una serie di conseguenze, come “la decadenza dell’umano, la brutalizzazione dell’uomo, l’affermazione del post umano come ricerca di un uomo che si inventa da sé. Sartre sosteneva che l’uomo non ha una natura: ha la sua grandezza per il fatto che inventa ad ogni istante se stesso”. “Si può pensare che affermare che l’uomo è persona possa indebolire la sua umanità ma è vero il contrario: più l’uomo è persona, più l’uomo è uomo”, evidenzia ancora don Serretti. Riferimento fondamentale, quindi, l’antropologia del Concilio Vaticano II, in particolare la Gaudium et spes, con il contributo importante di Henri de Lubac e Karol Wojtyła.

La relazione con Dio ci origina

Meditare sulla persona significa, dunque, meditare sulla relazione di origine, che ci fa essere. “La relazione che Dio ha con l’uomo, che è quella fondamentale, è una relazione fondante, che ci origina. Quindi, quando l’uomo cessa di rispondere a questa relazione di Dio con lui, il suo processo del diventare persona si arresta, si inibisce, mentre quando più l’uomo sta in questa relazione, tanto più questo processo si sviluppa”.

Il filo conduttore dei diversi contributi “è l’amicizia - spiega don Serretti - e dunque la comunione”. La persona è, infatti, indisgiungibile dalla comunione delle persone, perché la persona è sempre dentro la comunione, “basti pensare al mistero della Santissima Trinità: il Padre è un nome di relazione con il Figlio, il Figlio non è mai senza il Padre e così per lo Spirito Santo. L’essere in relazione è originario rispetto all’essere persona”.

La presentazione

Alla presentazione del libro, il professor Rocco Buttiglione ha mostrato l’importanza della strada aperta dalla fenomenologia di Husserl, proseguita e superata con la Stein, con la riflessione sull’esperienza della persona. Una riflessione che – per così dire – 'riapre i giochi' di fronte al pensiero oggettivante della scienza moderna che pretende di ridurre la totalità del reale a ciò che può essere compreso con le scienze naturali. Bisogna dunque leggere la realtà a partire dalle persone e non viceversa. “Se pensiamo alla Laudato si’”, spiega Buttiglione, emerge come se l’uomo usa le cose a prescindere dalla loro dignità, finisce per distruggerle e distruggere pure se stesso. Centrale nel discorso sulla persona la relazione con la Santissima Trinità. Oggi però la prospettiva della risposta alla domanda del cuore è stata tagliata e, dunque, l’uomo si costruisce idoli e il desiderio dell’uomo investe in mondi fittizi. È la prospettiva aperta dalla Rivelazione che illumina anche il cammino filosofico.

All'incontro, moderato dal prof. Paolo Savarese, ordinario di Filosofia del Diritto all’Università degli Studi di Teramo, a ribadire la centralità dell’esperienza cristiana per comprendere la persona, è stato anche Markus Krienke, professore associato per Etica sociale cristiana e Dottrina sociale della Chiesa presso la Facoltà di Teologia di Lugano e Direttore della "Cattedra Antonio Rosmini". 

Il libro è dunque una sfida al pensiero contemporaneo ad aprirsi a quell’esperienza capace di rispondere alla domanda fondamentale dell’uomo su se stesso e sul suo destino.

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22 aprile 2024, 15:10