Cerca

Australia, arrestato il vescovo emerito Saunders accusato di abusi Australia, arrestato il vescovo emerito Saunders accusato di abusi

Australia, arrestato e rilasciato su cauzione il vescovo Saunders accusato di abusi

Il 74 enne, per anni pastore di Broome, dimessosi nel 2020, è accusato di una serie di reati sessuali su giovani uomini, soprattutto indigeni, tra il 2008 e il 2014. Rilasciato su cauzione, si è detto innocente. Sul suo caso indagini da parte della polizia e della Chiesa. Il presidente dei vescovi australiani Costelloe: “Accuse serie e dolorose, giusto indagare a fondo”

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Dopo una indagine coordinata tra Chiesa e polizia locali, in Australia è stato arrestato il vescovo Christopher Saunders, 74 anni, pastore emerito della diocesi di Broome, con l’accusa di violenze e altri reati sessuali su giovani uomini, principalmente indigeni. L’arresto è avvenuto ieri, mercoledì 21 febbraio, nella casa del vescovo a Broome, nella regione dell’Outback dell’Australia nord-occidentale. Il presule è stato poi rilasciato dopo essersi presentato in tribunale, pagando una cauzione di circa 10 mila dollari australiani (più di 6 mila euro). Gli è stato ordinato di risiedere nella propria abitazione fino alla prossima udienza in programma a giugno.

Diversi capi d'accusa 

Contro Saunders ci sono 19 capi d’accusa per violenze, aggressione e maltrattamenti a danno di ragazzi maggiorenni e in un caso di un minorenne tra i 16 e i 18 anni. I reati sarebbero avvenuti nella città di Kununurra e nella comunità aborigena di Kalumburu tra il 2008 e il 2014. Monsignor Saunders ha ribadito la sua innocenza da tutte le accuse.

La dichiarazione del presidente della Conferenza Episcopale australiana

In una dichiarazione diffusa oggi sui canali ufficiali il presidente della Conferenza Episcopale australiana, monsignor Timothy Costelloe, arcivescovo di Perth, ha commentato la notizia diffusa dalle testate locali: “Le accuse contro l’ex vescovo di Broome, Christopher Saunders, sono molto serie e profondamente dolorose, soprattutto per coloro che le fanno. È giusto e doveroso, e anzi necessario, che tutte queste accuse siano indagate a fondo”. “La Chiesa – ha assicurato Costelloe - continuerà a cooperare pienamente con la polizia e ad adottare tutte le misure necessarie per evitare qualsiasi azione che possa compromettere l’integrità e l’autonomia delle indagini di polizia”.

Prime accuse nel 2020

Ordinato sacerdote nel 1976, monsignor Saunders ha trascorso gran parte della sua vita nella regione del Kimberley, nella zona nord-ovest del Paese. Nel 1996 è stato nominato vescovo di Broome, diocesi che si estende per circa 770 mila chilometri quadrati e comprende alcune delle parti più remote dell’Australia, con una popolazione di circa 50 mila abitanti.  Le prime accuse nei suoi confronti sono emerse nel 2020, anche da parte di ex collaboratori che contestavano pure la gestione finanziaria del vescovo e raccontavano che fosse solito pagare alle presunte vittime vestiti, viaggi, alberghi, sigarette, alcol. Sulla vicenda aveva indagato già nel 2018 la Polizia dell’Australia Occidentale (e poi di nuovo nel 2020), archiviando tuttavia l’inchiesta per mancanza di prove sufficienti.

Il caso affidato alla Dottrina della Fede

Il caso è dunque passato all’esame della Santa Sede, tramite il Dicastero per la Dottrina della Fede alla quale le autorità ecclesiastiche dell’Australia hanno consegnato nel settembre 2023 un report di circa 200 pagine. Alcuni contenuti dell’Investigation Report erano stati mostrati dai media australiani in alcuni servizi televisivi e facevano riferimento agli abusi che il vescovo avrebbe compiuto su quattro giovani aborigeni e a presunti adescamenti e molestie verso 67 giovani uomini non identificati.

Processo secondo Vos Estis Lux Mundi

In una nota a settembre sempre monsignor Costelloe spiegava che l’indagine della Chiesa era stata voluta dalla Santa Sede e supervisionata dall’arcivescovo di Brisbane Mark Coleridge, allora presidente della Conferenza episcopale, con l’obiettivo di “supervisionare il processo secondo le norme di Vos Estis Lux Mundi”, il motu proprio di Papa Francesco del 2016 (confermato e ampliato nel 2023), “assicurando l’integrità e l’indipendenza dalle autorità ecclesiastiche locali dell’Australia occidentale”.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

22 febbraio 2024, 11:00