Ettore Vernazza, rappresentante del più autentico umanesimo cristiano
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Si apre domani a Genova l’anno giubilare dedicato alla figura del servo di Dio, Ettore Vernazza, per celebrare il quinto centenario della morte che ricorre il 27 giugno 2024. A dare l’avvio ad eventi e incontri sulla figura dell’insigne notaio discepolo di Santa Caterina Fieschi-Adorno e fondatore della Compagnia del Divino Amore e delle suore Figlie di San Giuseppe di Genova, una liturgia presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco, alle 18, nella chiesa di Santa Caterina in Portoria.
Cinque secoli di bene
“Ettore Vernazza: l’Apostolo degli Incurabili – Cinque Secoli di bene”, questo il nome dell’iniziativa, nata su impulso dell’arcidiocesi di Genova e della postulazione della causa di beatificazione del servo di Dio e che si inserisce anche nella programmazione di Genova Capitale del Medioevo per il 2024, con la quale diverse realtà, private e istituzionali, vogliono mettere in luce la figura di Vernazza, che ha saputo coniugare una forte spiritualità con un generoso ed intelligente servizio ad ogni bisogno. In programma, dal prossimo autunno e nel corso dei mesi successivi, diversi appuntamenti su temi specifici, come l’assistenza ai poveri, agli ammalati, la cultura, la testimonianza nella vita professionale, l’attività finanziaria a servizio delle opere di bene e dello sviluppo della città di Genova. Le manifestazioni si concluderanno ad ottobre del prossimo anno con un convegno storico-scientifico.
L’instancabile opera caritativa
Ettore Vernazza, nato a Genova, ma di famiglia originaria dell’omonima località delle attuali Cinque Terre, è vissuto tra la fine del XV e i primi decenni del XVI secolo. Rimasto vedovo non ancora quarantenne, ha dedicato il resto della sua vita ai bisognosi e agli infermi impegnandosi anche nella costruzione e dell’amministrazione di ospedali a loro dedicati, a Genova, Roma e Napoli. Viene definito “l’Apostolo degli Incurabili” per essersi preso cura dei malati, in particolare di quelli affetti da sifilide. Ha creato strutture associative dedite ad opere caritative e ha voluto nel capoluogo ligure “pubblici studi” a servizio dei poveri, perché gli ultimi non fossero privi del bene della cultura, per questo è considerato tra gli antesignani della fondazione dell’università di Genova.
L'impegno per i più poveri
Per i bisognosi, poi, ha pensato servizi di assistenza medica, farmacistica e legale. Si è occupato, inoltre, della riforma della vita religiosa, ha dato vita alla Compagnia del Divino Amore e delle suore Figlie di San Giuseppe di Genova e si è interessato della tutela e dell’educazione della gioventù, sia maschile che femminile. Con il “moltiplico” presso il Banco di San Giorgio, un sistema di rendite destinate a durare nel tempo, ha provveduto ai bisogni delle sue innumerevoli opere benefiche e ha disposto che venissero utilizzate pure per “la fabbricazione di case e nelle spedizioni del porto”. Come altri grandi umanisti del suo tempo, Vernazza mirava alla costruzione di una città “ideale”, come si legge nel documento istitutivo del “moltiplico”, “sempre tranquilla e in pace” e “fornita di uomini dottissimi genovesi o di fuori, di buona vita e di buona fama e timorosi di Dio”.
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