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Presepe missionario di Villaregia (foto di Luigi de Cave) Presepe missionario di Villaregia (foto di Luigi de Cave)

Il Presepe missionario di Villaregia, un ponte di solidarietà tra Roma e l’Etiopia

Il 28 dicembre e il 5 gennaio torna a Roma il tradizionale appuntamento con il Presepe vivente missionario della Comunità di Villaregia. Oltre 100 i figuranti che ridanno vita, in mezzo alla Riserva naturale di Malafede, alla Betlemme di 2000 anni fa. Le offerte raccolte sosterranno i progetti missionari in Etiopia

Marina Tomarro - Città del Vaticano

Una Betlemme di oltre 2000 anni fa ricreata alle porte di Roma, con vicoli pieni di botteghe, dove si svolgeva la vita del villaggio, con falegnami, fabbri, calzolai, tessitrici, soldati romani che controllavano le strade affollate a causa del censimento in corso. E tra la gente una piccola capanna dove si compie il miracolo più grande: la nascita di Gesù. Il prossimo 28 dicembre e domenica 5 gennaio 2020, nella periferia sud della capitale, torna il tradizionale appuntamento con il Presepe vivente la Comunità Missionaria di Villaregia.

Aperto il 28 dicembre e il 5 gennaio, dalle 14 alle 18.15

L’obiettivo di questa tredicesima edizione, è quello di creare un ponte di solidarietà che dalla città eterna arrivi fino in Etiopia, per sostenere la nuova sfida dei missionari che operano in quei luoghi, in particolare a Kofale e nella prefettura di Robe a 400 km dalla capitale Addis Abeba. Le porte della Comunità si aprono alle 13 con il via al punto ristoro, mentre l'ingresso al presepe vivente è possibile dalle 14 alle 18.15. La giornata si chiude alle 18.30 con la Santa Messa.

Padre Meloni: un ponte da Roma all'Etiopia

“L’idea di questo presepe – racconta padre Alessio Meloni, responsabile della Comunità missionaria di Villaregia di Roma – nasce nel 2007, da un nostro confratello veneto che ci suggerì di riproporre a Roma, una tradizione molto frequente dalle sue parti: quella dei presepi viventi. Man mano che sono passati gli anni il nostro presepe ha coinvolto sempre più partecipanti e ormai vengono a visitarlo non solo da Roma ma anche dalle zone limitrofe”.

Con il tempo questa iniziativa è diventata anche un’occasione per dare una mano alle tante missioni che questa comunità porta avanti nelle zone più povere del mondo. “Quest’anno – continua padre Alessio – il nostro obiettivo è quello di dare una mano ai padri missionari che si trovano in Etiopia. Questa missione è nata da pochissimo, in una zona molto povera dove i cristiani sono solo lo 0.03%. Oltre all’evangelizzazione, il nostro compito è anche quello di dare una mano concreta alle popolazioni del posto, con una particolare attenzione alla scolarizzazione dei bambini e la formazione professionale di donne in condizione di estrema povertà”.

Padre Alessio Meloni Comunità missionaria di Villaregia di Roma

Gocce che diventano mare

La Comunità missionaria di Villaregia è presente in diversi paesi dell’Africa, come il Mozambico la Costa d’Avorio il Burkina Faso, e dell’America Latina. Le comunità locali che operano in questi luoghi sono composte non solo da consacrati, ma anche da laici che decidono di mettere un periodo della loro vita a servizio di chi è più povero.

“Questo presepe - sottolinea padre Meloni - serve a raccogliere un po' di fondi che insieme alle nostre tante iniziative vanno ad aiutare i nostri fratelli più bisognosi. Non c’è un biglietto di ingresso, ognuno può lasciare una piccola offerta. Tante piccole gocce che diventano mare”

La famiglia cuore pulsante del presepe

Cuore della rappresentazione è la Sacra Famiglia per rivivere da vicino l’atmosfera e l’emozione della nascita di Gesù, insieme alla scenografica sfilata dei Magi in sella ai cavalli e al cammello. I visitatori più piccoli, inoltre, potranno diventare per un giorno “vasaio” o “muratore” e cimentarsi anche loro in attività manuali nelle botteghe della ceramica e della lana o nella fabbrica di mattoni.

“Il presepe - conclude padre Alessio – ci aiuta a ricordare l’importanza della famiglia, partendo proprio da quella di Nazareth. Noi riusciamo a proporre ogni anno questa Sacra rappresentazione, proprio perché con noi ci sono tantissime famiglie volontarie che collaborano. Si inizia a lavorare già mesi prima e alla fine non si chiude il 5 gennaio, ma quello spirito di aiuto e collaborazione reciproca resta nel cuore per il resto dell’anno”

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22 dicembre 2019, 09:00