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Zona già controllata dalle Farc dove ora si tengono comizi elettorali Zona già controllata dalle Farc dove ora si tengono comizi elettorali 

Colombia, vescovi: cruciali le legislative, condanna per eutanasia

Mons. Elkin Fernando Álvarez Botero, segretario generale della Conferenza episcopale della Colombia, parla delle elezioni dell’11 marzo, dei pericoli dell’apertura all’eutanasia sui minori e delle uccisioni di difensori per i diritti umani

Giada Aquilino - Città del Vaticano

Elezioni legislative questa domenica in Colombia per il rinnovo del Congresso della Repubblica, composto da 108 senatori e 172 parlamentari. Nell’occasione, l'Esercito di liberazione nazionale (Eln) ha annunciato che rispetterà il cessate il fuoco unilaterale per il voto, in vigore dal 9 al 13 marzo: si tratta del principale gruppo di guerriglia ancora attivo nel Paese, dopo l'accordo di pace siglato tra le Farc e il governo di Bogotá nel novembre 2016 che poi, nel settembre dell’anno scorso, ha portato alla visita di Papa Francesco in Colombia. Il Paese tornerà inoltre alle urne il prossimo 27 maggio (con ballottaggio il 17 giugno) per l’elezione del Presidente della Repubblica.

Le elezioni politiche

“È un momento cruciale” già quello delle elezioni di domenica, spiega mons. Elkin Fernando Álvarez Botero, vescovo ausiliare di Medellín e segretario generale della Conferenza episcopale della Colombia (Cec). “Pensiamo che sia l’ora di manifestare quel futuro che vogliamo, a partire dal voto di ogni persona”, aggiunge il presule citando il messaggio dei vescovi sulle prossime consultazioni: “la Chiesa invita tutti a partecipare realmente a questo processo elettorale, con un voto che - sottolinea il segretario generale della Cec - dev’essere libero e deve anche riflettere una conoscenza dei candidati e delle necessità della Colombia”.

L’emergenza eutanasia

Il Paese cerca di superare oltre cinquant’anni di guerra civile, affrontando quelle che sono le emergenze di oggi della Colombia. I vescovi hanno recentemente diffuso un messaggio dal titolo “Se vogliamo la pace, difendiamo la vita”, esprimendo la ferma condanna per l’intenzione, espressa dal ministero della Salute, di voler regolamentare il procedimento per rendere effettiva la pratica dell’eutanasia per bambini e adolescenti. “Abbiamo riaffermato che la vita è il fondamento di ogni bene, mentre l’eutanasia è un omicidio: lo è l’eutanasia sugli adulti e lo è quella sui bambini, di fatto ancora più grave”, evidenzia mons. Álvarez, che al riguardo ha letto la nota della Conferenza episcopale postando un video su Youtube. “Questo significa - aggiunge - che abbiamo dei principi o delle proposte che ci conducono alla morte, non alla vita. Toccare questi fondamenti della società, con tali regole, con tali sentenze rappresenta un cammino di morte e noi pensiamo che la società non sia abbastanza forte da difendere la vita, creando invece condizioni che favoriscano l’esistenza di tutte le persone”.

Guarda il video della Cec in lingua originale

Onu: difensori diritti umani assassinati

In questi mesi i vescovi sono impegnati nell’assistenza ai migranti che si accalcano alla frontiera col Venezuela e seguono con “attenzione” anche l’ultimo allarme lanciato dall’Onu che, a Ginevra, ha denunciato un crescente numero di attivisti e difensori dei diritti umani assassinati in Colombia. “Nelle zone una volta controllate dalla guerriglia delle Farc, i leader sociali tentano di andare avanti con le loro comunità”, ma ci si scontra con una nuova “instabilità sociale”, mette in luce il vescovo ausiliare di Medellín: “possono esserci gruppi dissidenti delle Farc o anche dell’altra guerriglia, l’Eln, o gruppi di violenza comune, che non vogliono la pace e tentano di creare violenza”.

Ascolta e scarica l'intervista a mons. Álvarez

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07 marzo 2018, 15:49