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Settimana per l'Unità dei cristiani: essere uno anche nel martirio

Don Marco Gnavi, esperto di ecumenismo e dialogo interreligioso: “Anche il martirio dei cristiani perseguitati ci spinge ad essere tutti in uno”

Federico Piana - Città del Vaticano

Da oggi fino al 25 di gennaio si svolge la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Il tema di quest'anno è tratto dal Libro dall'Esodo 15,6:  "Potente è la tua mano, Signore". Un versetto di grande lode a Dio, “innalzato - si legge nella presentazione del sussidio - da Mosè dopo il passaggio del mare e l’uscita dall’Egitto. Il canto celebra la vittoria di Dio sul potere del male e della schiavitù, rappresentato in tutta la sua forza dall’esercito del faraone che viene travolto dalle acque del mare. Il tema, è stato scelto per esortare al combattimento contro le nuove schiavitù.

“Questo tema - racconta  mons. Marco Gnavi, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso della Diocesi di Roma – è stato elaborato nei Caraibi, regione delle Americhe con un passato coloniale e di schiavitù, venata di cristianesimo. Con questa scelta si è voluto  porre la bibbia al centro come chiave di liberazione dalle schiavitù moderne per la liberazione dello spirito”.

In questa settimana si chiamano a raccolta  “tutti i rappresentati delle confessioni cristiane: cattolici, ortodossi, anglicani, evangelici, chiese orientali e pentecostali. Tutte le espressioni di adesione al Vangelo secondo linguaggi diversi che convergono insieme per spingerci all’unità” spiega mons. Gnavi.

 Dialogo mai interrotto. Va avanti a passi spediti

Il desiderio di unità non si è mai sopito. Mons. Gnavi ne è convinto: “C’è una spinta all’ecumenismo che deriva dalla fame e dalla sete di buone notizie, dall’assenza di grandi leaders spirituali nel panorama universale. E, in questo panorama, c’è un’attesa nei confronti di Papa Francesco: faccio l’esempio degli evangelicali i quali proliferano in molte parti del mondo con poca struttura ma sentono la forza missionaria, evangelizzatrice, del Papa e anche l’umiltà  del suo servizio come una scienza ecumenica”.

Il martirio dei cristiani perseguitati,  forte richiamo all’unità

Poi ci sono stati tanti segni positivi con le chiese storiche, aggiunge mons. Gnavi, “con le chiese ortodosse. Le celebrazioni dei cinquecento anni della riforma protestante hanno visto la presenza del Papa a Lund. Come afferma il Papa, dunque, l’ecumenismo è in cammino. E anche il martirio è parte integrante di tutto ciò. Basti pensare a  quanti martiri ci sono stati nella chiesa copta: martiri della liturgia domenicale, uccisi in modo barbaro per non perdere l’incontro eucaristico con il Signore. Un richiamo all’unità della testimonianza per la perfetta conformità a Cristo”.

Ascolta l'ntervista a mons. Gravi

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18 gennaio 2018, 11:41