Vicariato Roma: Dio tocchi i cuori dei sequestratori di don Maurizio Pallù
Dopo il Papa, tante le voci che si levano in preghiera per don Maurizio Pallù. “Sono ore di apprensione, preoccupazione, ma allo stesso tempo di preghiera”, ha dichiarato il responsabile dell’Ufficio Comunicazioni Sociali del Vicariato, don Walter Insero nella nostra intervista.
“Ci siamo stretti attorno a Papa Francesco, al nostro Vicario mons. De Donatis, fiduciosi nella preghiera perché il Signore possa toccare i cuori di chi tiene prigioniero don Maurizio”, prosegue ricordano che il sacerdote, d’origine toscana, appartenente al Cammino neocatecumenale, “è molto stimato, un grande evangelizzatore, un uomo animato da uno spirito missionario veramente ammirevole”.
“Con grande zelo all’interno del Cammino neocatecumenale fin dall’inizio – racconta don Insero - don Maurizio incarna l’amore per i lontani: quindi è stato sempre impegnato in missioni in quelle che Papa Francesco definisce ‘periferie esistenziali’”. “Speriamo veramente di poterlo riabbracciare presto e di riaverlo qui con noi”, è il suo auspicio. Don Walter si dice anche sicuro che “lui poi vorrà continuare la missione perché è davvero un sacerdote con uno zelo e un fuoco straordinario per la missione”.
E' nel 1980, infatti, che don Maurizio sente la chiamata alla missione: prima come missionario laico va negli Stati Uniti e dal 1983 al 1986 è in Nigeria. Poi entra in Seminario e viene ordinato presbitero nel 1991. Diventa vice-parroco a Roma e, poi, in Olanda. Poi parte per la missione in Gran Bretagna. Nel suo cuore, però, è forte la nostalgia per l'Africa, in particolare per l'evangelizzazione dei poveri e per la Nigeria, dove torna tre anni fa.
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