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Incontro con i vescovi nell'arcivescovado di Lima Incontro con i vescovi nell'arcivescovado di Lima 

Papa Francesco ai vescovi: attenzione alla corruzione nella politica

Ai vescovi incontrati nell’arcivescovado di Lima, il Papa suggerisce di seguire l’esempio di san Toribio per evangelizzare, parlando la stessa lingua dei lontani. Tanti i temi toccati nel dialogo a braccio con i presuli.

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Un confronto franco e sincero che arriva al termine di una lunga riflessione sulla figura del vescovo, ispirata dalla straordinaria vita di san Toribio di Mongrovejo: padre, pastore, l’uomo che ha saputo arrivare all’altra sponda, toccando i cuori del suo popolo. Papa Francesco con i vescovi incontrati nell’arcivescovado di Lima dialoga per 35 minuti sulle sfide dell’America Latina. Insieme toccano temi forti come la dilagante corruzione in politica. Nel botta e risposta si prendono in esame gli abusi inaccettabili commessi in Amazzonia ma anche il futuro dei giovani, il pericolo della droga, la presenza di paradisi fiscali come pure le emergenze della pastorale.

Vescovo di strada

Papa Francesco sceglie di ripercorrere la vita del “nuovo Mosè” per dare linfa vitale al mandato dei presuli. Ricorda che san Toribio passò 18 dei suoi 22 anni di episcopato percorrendo per tre volte il territorio di sua competenza, perché convinto che la testimonianza di pastore accanto al suo gregge fosse la prima espressione dell’evangelizzazione.

Un vescovo con le suole consumate dal camminare, dall’andare incontro per «annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura. La gioia del Vangelo è per tutto il popolo, non può escludere nessuno».  Come sapeva bene questo san Toribio! Senza paura e senza repulsioni si addentrò nel nostro continente per annunciare la Buona Notizia.

Imparare il linguaggio digitale

Centrale nel magistero di Toribio fu il terzo Concilio di Lima nel quale dispose che i catechismi fossero tradotti in alcune lingue locali. Per lui era necessario imparare il linguaggio della gente perché solo così il Vangelo poteva penetrare nei cuori. Anche oggi i pastori sono chiamati ad una nuova sfida: il linguaggio digitale.

Com’è urgente questa visione per noi, pastori del secolo XXI!, ai quali tocca imparare un linguaggio totalmente nuovo com’è quello digitale, per fare un esempio. Conoscere il linguaggio attuale dei nostri giovani, delle nostre famiglie, dei bambini…

Una Chiesa chiamata ad essere madre feconda

San Toribio non taceva dinanzi alle ingiustizie, ai soprusi e alla corruzione perché “non c’è autentica evangelizzazione – soggiunge il Papa - che non annunci e denunci ogni mancanza contro la vita dei nostri fratelli, specialmente dei più vulnerabili”. Altra preoccupazione per il vescovo era la formazione dei sacerdoti nativi, creare un clero locale perché la Chiesa è madre feconda. Difese l’ordinazione dei preti meticci, fu loro fedele amico, visitandoli e prendendosene cura.

L’amore per essere uniti

Pur non negando le tensioni, le diversità ed i conflitti, san Toribio insegnò a dialogare in modo onesto e sincero, invitando a non restare prigionieri di divisioni ma perseguendo nuove strade. Una via che anche oggi nella Chiesa va battuta.

Cari fratelli, lavorate per l’unità, non rimanete prigionieri di divisioni che riducono e limitano la vocazione alla quale siamo stati chiamati: essere sacramento di comunione. Non dimenticate che ciò che attirava nella Chiesa primitiva era come si amavano. Questa era – è e sarà – la migliore evangelizzazione.    

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21 gennaio 2018, 20:38