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Manifestazione per chiedere l'estensione dello “Status di protezione temporanea” Manifestazione per chiedere l'estensione dello “Status di protezione temporanea”  

La solidarietà dei vescovi americani con immigrati salvadoregni

Stati Uniti. Nota dei vescovi sulla decisione del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale di non rinnovare lo “Status di protezione temporanea” ai cittadini salvadoregni

Lisa Zengarini - Città del Vaticano

Una notizia “straziante”. Così mons. Joe Vásquez presidente della Commissione per le migrazioni della USCCB commenta in un comunicato la decisione annunciata l’8 gennaio dal Dipartimento per la Sicurezza Nazionale (DHS) di non rinnovare lo “Status di protezione temporanea” (TPS) a favore dei cittadini salvadoregni residenti negli Stati Uniti. Il DHS ha pealtro concesso 18 mesi di tempo ai beneficiari del TPS dal Salvador durante i quali potranno continuare a soggiornare legalmente nel Paese.

 

200mila salvadoregni costretti al rimpatrio

Istituito 1990, il TPS protegge oltre 400mila persone da 13 Paesi colpiti da calamità naturali residenti negli Stati Uniti, con o senza documenti. El Salvador ha ottenuto il “Temporary Protection Status” dopo i terremoti del 2001. Con la decisione annunciata l'8 gennaio, circa 200mila salvadoregni beneficiari del TPS saranno costretti a subire un rimpatrio forzato, con conseguenze deleterie sia per il Salvador, che non è in grado di assorbire un rientro così massiccio di emigrati, sia per le migliaia famiglie interessate.

 

La decisione sgretolerà le famiglie  

In questo senso si esprime la nota di mons. Vásquez: “La decisione odierna sgretolerà le famiglie americane, lasciando oltre 192.000 bambini, cittadini statunitensi beneficiari salvadoregni del TPS, con un futuro incerto. Le famiglie saranno separate inutilmente a causa di questa decisione".

 

L'appello dei vescovi al Congresso per una soluzione bipartisan

Di qui il rinnovato appello dei vescovi al Congresso “a lavorare in modo bipartisan, per trovare una soluzione legislativa per i destinatari TPS a lungo termine”. Senza tale intervento la loro vita “sarà sconvolta e molte famiglie saranno devastate”. Rivolgendosi infine ai beneficiari del TPS la nota ribadisce la solidarietà dei vescovi “promettiamo di continuare ad essere solidali con loro e di pregare per loro e le loro famiglie, e per tutti coloro che sono sfollati o costretti a fuggire dalle loro case".

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09 gennaio 2018, 15:54