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Il presidente palestinese Abbas, il grande imam di Al-Azhar al-Tayyib e il patriarca copto ortodosso Tawadros II alla conferenza Il presidente palestinese Abbas, il grande imam di Al-Azhar al-Tayyib e il patriarca copto ortodosso Tawadros II alla conferenza 

Il Cairo: Al-Azhar apre la conferenza internazionale per Gerusalemme

Al via in Egitto l’incontro sul futuro della Città santa, promosso dall’Università di Al-Azhar, principale centro accademico -teologico dell’islam sunnita. Presenti il grande imam di Al-Azhar, Sheikh al-Tayyib, il presidente palestinese Abbas, il patriarca copto ortodosso Tawadros II e per la Chiesa cattolica il nunzio apostolico in Egitto, monsignor Bruno Musarò

E’ iniziata oggi al Cairo, in Egitto, la “Conferenza internazionale a sostegno di Gerusalemme” organizzata dal Grande Imam di Al-Azhar, Sheikh al -Tayyib, e patrocinata dal presidente Abdel Fatah al-Sisi. L’incontro, che si chiuderà domani, vede presenti importanti rappresentanti nazionali, regionali e internazionali tra i quali il presidente palestinese Mahmoud Abbas, la guida della Chiesa copta ortodossa patriarca Tawadros II, il capo del Parlamento arabo Meshaal bin Fahm al-Salmi, il presidente dell’Assemblea nazionale del Kuwait Marzouq Al-Ghanim e l’ambasciatore Ahmed Aboul Gheit, segretario generale della Lega araba. Per la Chiesa cattolica è presente il nunzio apostolico in Egitto, monsignor Bruno Musarò.

Il pastore Tveit (Wcc): il futuro di Gerusalemme dev’essere condiviso

Questa mattina è intervenuto alla conferenza anche il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese. Tveit ha sottolineato che “il futuro di Gerusalemme deve essere condiviso. Non può essere il possesso esclusivo di una sola fede rispetto alle altre o di un popolo contro l’altro. Gerusalemme è, e deve continuare ad essere, una città di tre religioni e due popoli”. Gerusalemme – ha proseguito Tveit – “è considerata una città santa, sinceramente e profondamente amata da tutte e tre le fedi abramitiche, ebrei, cristiani e musulmani. Questo amore e attaccamento profondo devono essere rispettati e affermati in qualsiasi soluzione possa essere prevista”.

Il segretario generale del Wcc ha parlato poi del ruolo delle religioni per la soluzione dei conflitti: “Come credenti in un Dio onnipotente, dovremmo esplorare insieme cosa significa esprimere l’amore di Dio in questo conflitto in cui le tre religioni monoteiste e le loro comunità sono coinvolte e colpite. Non ci sarà pace a Gerusalemme a meno che tutte e tre le religioni non siano rispettate e coinvolte nella soluzione”.

Il patriarca copto Tawadros II: alla pace non c’è alternativa

In mattinata è intervenuto anche il Patriarca copto Tawadros II, che ha ringraziato il Grande imam Al Tayyib per aver convocato la conferenza. “Ciò che ci unisce è la città Santa, il fiore delle città”, ha detto la guida della Chiesa copta, rivolgendosi ai presenti. “Gerusalemme non è solo un luogo in cui ci sono i monumenti, ma è anche il simbolo di un incontro con Dio. È terra sacra e terra santa, terra in cui si sono incontrati il cielo e la terra, in cui Dio ha parlato più che in qualsiasi altro posto”. “Se Gerusalemme rappresenta una storia per il popolo ebreo, lo è anche per i cristiani e i musulmani”. E poi ha aggiunto: “La pace è una scelta e alla pace non c’è alternativa”. “Non sarà mai reale se la violenza non smette di essere una minaccia”. Nel suo intervento, il capo della Chiesa copta ortodossa ha ribadito la sua disapprovazione per la decisione del governo degli Stati Uniti di trasferire la propria ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme.

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17 gennaio 2018, 15:38